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Dichiarazione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa in relazione all’adozione da parte della Verkhovna Rada dell’Ucraina del disegno di legge mirata a liquidare la Chiesa ortodossa ucraina

Servizio di comunicazione del DECR, 22.08.2024. Il 22 agosto 2024 i membri del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa hanno approvato, nel formato a distanza, il testo della dichiarazione pubblicata di seguito.

Il 20 agosto 2024, la Verkhovna Rada dell'Ucraina ha adottato in seconda lettura il disegno di legge “Sulla tutela dell'ordine costituzionale nell'ambito delle attività delle organizzazioni religiose”, che consente di vietare in tribunale le attività di qualsiasi comunità religiosa sul territorio dell'Ucraina se quest’ultima è “affiliata” a una organizzazione religiosa in Russia. Per una decisione giudiziaria del genere sarà sufficiente la conclusione di uno “studio” di “esperti di religione”, che nelle condizioni di una “caccia alle streghe” può essere e sicuramente sarà falsificato.

 

I promotori e sostenitori del disegno di questa legge in Ucraina - funzionari governativi di alto livello, deputati della Verkhovna Rada, politici e personaggi pubblici dell'estrema destra, rappresentanti di organizzazioni scismatiche e della Chiesa greco-cattolica ucraina - non nascondono il fatto che il disegno di legge è diretto immediatamente contro la Chiesa ortodossa ucraina; che lo scopo di questa legge è quello di liquidarla con tutte le sue parrocchie o costringerle a passare ad altre organizzazioni religiose. Centinaia di monasteri, migliaia di comunità, milioni di credenti ortodossi in Ucraina si ritroveranno fuori dal quadro giuridico, perdendo le loro proprietà e i luoghi di preghiera.

 

Nel periodo 2014-2023, il Santo Sinodo della Chiesa russa ha ripetutamente rilevato le pressioni sulla Chiesa ortodossa ucraina, che presentano indubbie caratteristiche di una politica antireligiosa statale. L’odierna adozione della soprammenzionata legge è la prova dell’impotenza del regime, che durante tutta la sua esistenza politica ha costantemente cercato, passo dopo passo, di indebolire, dividere e distruggere la Chiesa ortodossa ucraina.

 

Il Primate della Chiesa ortodossa russa si è ripetutamente rivolto alle organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, all'OSCE e al Consiglio d'Europa, nonché ai leader delle comunità religiose del mondo, testimoniando la persecuzione dei credenti in Ucraina. Nonostante il fatto che molti esperti e organizzazioni per i diritti umani in Occidente abbiano riconosciuto le violazioni dei diritti dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina, ciò non è diventato un ostacolo all'adozione di un disegno di legge che distrugge l'idea stessa di libertà di coscienza e diritti umani fondamentali.

 

Lo sfondo costante della politica di persecuzione della Chiesa è la campagna diffamatoria anti-ecclesiale a lungo termine dei media ucraini, volta a diffamare l’Ortodossia canonica, provocando e giustificando sequestri massicci di chiese, chiamati “transizioni volontarie”. Questi sequestri sono organizzati dai sostenitori dello scisma e dai nazionalisti radicali con il sostegno delle autorità locali, dei servizi segreti e delle forze dell'ordine. Di norma, sono accompagnati da violenze e attacchi contro il clero e i credenti. Hanno inoltre luogo sequestri e tentativi di occupare i più grandi monasteri della Chiesa ortodossa ucraina e di cacciare via con la forza i loro monaci.

 

Continua la pressione diretta sulla Chiesa ortodossa ucraina, sul suo episcopato e sul clero da parte dei servizi segreti ucraini. Oltre alle minacce e ai ricatti, questa pressione si è espressa nell'apertura di decine di procedimenti penali falsificati e nelle condanne ingiuste per motivi politici. Numerosi arcipastori e pastori della Chiesa ortodossa ucraina sono stati arrestati, messi in prigione o hanno ricevuto condanne ingiuste.

 

In un certo numero di regioni dell'Ucraina, le autorità locali hanno direttamente “vietato” le attività della Chiesa ortodossa ucraina, chiudendo con la forza le sue chiese, impedendo i servizi divini e confiscando illegalmente i terreni dei suoi monasteri, chiese e santuari.

 

Non essendo riuscite a indebolire la Chiesa canonica in Ucraina, non potendo distruggerne l'unità, le autorità statali hanno fatto un passo verso il suo totale divieto.

 

Per la sua portata e per la sua natura centralizzata, questa misura può superare tutte le precedenti repressioni storiche contro la Chiesa ortodossa ucraina, compresa la persecuzione durante l'Unione greco-cattolica di Brest, ed è paragonabile ai tristi precedenti storici come la persecuzione nell'impero romano ai tempi di Nerone e Diocleziano, la cosiddetta scristianizzazione della Francia durante la Rivoluzione francese del XVIII secolo, le repressioni atee nell’Unione Sovietica e la distruzione della Chiesa ortodossa albanese negli anni '60 da parte del regime di Enver Hoxha.

 

Il disegno di legge adottato è incompatibile con il concetto di Stato di diritto ed è una dichiarazione politica volta a legalizzare la distruzione della comunità religiosa maggioritaria. La legge individua i criteri che consentono di identificare un gruppo di persone appartenenti alla Chiesa ortodossa ucraina e di attuare intenzionalmente una repressione politica contro di loro.

 

È con particolare rammarico che dobbiamo constatare il ruolo negativo del Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli e dei gerarchi che sono d'accordo con lui. Il loro atteggiamento unilaterale, frettoloso e contrario allo spirito dei sacri canoni ha solo aggravato lo scisma della Chiesa in Ucraina senza sanarlo. La leadership degli scismatici riconosciuta dal Fanar ha chiesto l'adozione della legge sull'effettivo divieto della Chiesa ortodossa ucraina con particolare furia. Il Patriarca Bartolomeo, che in precedenza aveva approvato pubblicamente il procedimento penale e gli arresti dei suoi vescovi e del clero, ora, come i sommi sacerdoti Anna e Caifa, sostiene apertamente le azioni delle autorità statali, il cui scopo è la crocifissione e la distruzione della Chiesa canonica in Ucraina. Il Patriarca di Costantinopoli è quindi personalmente responsabile per l'organizzazione della persecuzione dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina.

 

Esprimendo ferma fiducia che le porte degli inferi non prevarranno sulla Chiesa di Cristo (Mt. 16:18), così come le persecuzioni più severe non l'hanno vinta prima; che i cristiani ortodossi dell'Ucraina affronteranno con coraggio e fermezza le nuove prove preparate per loro e le supereranno con la potenza di Gesù che ci ha amati (Rom. 8:37) - invitiamo tutta l'Ortodossia mondiale a rafforzare le preghiere per la Chiesa ortodossa ucraina, che è in tribolazione a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù (Ap 1:9).

 

Facciamo appello alle organizzazioni internazionali per la tutela dei diritti umani affinché rispondano immediatamente e oggettivamente alla palese oppressione dei credenti in Ucraina.

 

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